martedì 4 gennaio 2011

Il pinguino col colbacco

Anno nuovo, vita nuova.
Questo si è soliti dire ogni primo gennaio contornandosi di buoni propositi, spesso dimenticati il giorno seguente.
Per quanto riguarda questo blog il proposito è quello di continuare su questa strada che vedo essere apprezzata, cercando di essere sempre più presenti per proporre idee e alternative libere al mondo informatico.

Per questo primo post del 2011, vi propongo una notizia che in realtà risale alla fine del 2010, ma sapete com'è ... le vacanze sono vacanze.

La notizia è interessante perché indipendentemente dal personaggio e da eventuali motivi occulti, sembra proprio che Vladimir Putin, ancor'oggi acclamato zar delle russie, con un emendamento composto da 25 punti, abbia deciso di abbracciare il software libero, accantonando le soluzioni Microsoft.

La migrazione inizierà nel secondo trimestre del 2012 per essere completata nel 2015, periodo al termine del quale l'intero comparto macchine degli enti governativi sarà basato solo ed esclusivamente su software libero.
Naturalmente il piano prevede che adottino questa soluzione anche le aziende che abbiano stretto accordi col governo russo, pena la decadenza dei contratti in essere.

Per tale obiettivo è prevista anche la realizzazione di un unico repository dal quale le istituzioni sovietiche potranno attingere nuove applicazioni e nuovi strumenti utili per portare avanti la propria attività quotidiana tramite l’utilizzo dei computer forniti dal Governo. In questo contesto potrebbe essere GNU/Linux a fare la voce grossa, proponendosi come principale soluzione per il comparto informatico russo.

Qui la traduzione in inglese dei 25 punti in oggetto.

L’intero scenario è quello di una vera e propria riforma del settore informatico, con novità che riguarderanno anche il settore civile tramite la formazione di figure professionali nel campo ITC e l’introduzione di nuove soluzioni per il mondo dell’istruzione.
Il secondo obiettivo è quello di combattere la pirateria informatica.
Sicuramente ci sono anche altre motivazioni nascoste che però potrebbero trasformarsi in illazioni.

La svolta verso l'opensource si staglia così all'orizzonte in una nazione dove Business Software Alliance (BSA) stima (l'indagine si riferisce al 2009) vengano copiato ed installato illegalmente circa il 67% del software commerciale. Ai vertici della classifica ci sono Georgia (95%), Zimbabwe (92%) e Bangladesh (91%). In termini di valore commerciale delle applicazioni "piratate", gli Stati Uniti sono al primo posto seguiti da Cina, Russia e Francia. Gli Stati Uniti sono però in testa anche alla classifica dei Paesi più "retti" (il 20% dei software usati nell'intera nazione sarebbero "piratati") seguiti da Giappone (21%) e Lussemburgo (21%). Secondo BSA, quasi un software su due in Italia è ancora piratato (49%).

Buon anno a tutti!

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