La progettazione, la realizzazione e il rilascio del software proprietario - senza rendere disponibili i codici sorgenti - si ispirano a strategie commerciali e di marketing con cui le aziende mirano a creare continuamente nuove fonti di reddito per poter sopportare i costi di ricerca e sviluppo.
Accade talora che, per acquisire vantaggi competitivi, vengano rilasciati prodotti software prima ancora di aver risolto tutti i problemi e averne verificato la stabilità, salvo procedere a una serie di correzioni successive.
Il continuo rilascio di nuovi prodotti e nuove versioni anche quando le effettive novità sono poche, “costringe” gli utenti finali ad una estenuante rincorsa che ha impatti sulla stabilità dei sistemi informatici.
Il software FLOSS non ha in generale questi problemi perché gli sviluppi seguono obiettivi di natura diversa quali il miglioramento di un prodotto già esistente o la creazione di un nuovo prodotto di cui si avverte l'esigenza. In quest’ottica non c'è interesse a rifare qualcosa che funziona.
Il modello di sviluppo FLOSS rende possibile a un gran numero di utenti la verifica del corretto funzionamento del software, cosicché il prodotto finale risulta essere più stabile e affidabile.
Lo stato del prodotto FLOSS, riportato nel sito che lo ospita, è determinato dal project manager secondo criteri tecnici e non commerciali.
L'indipendenza dalle logiche del mercato fa sì che i prodotti FLOSS possano funzionare su classi differenti di piattaforme hardware (es. il sistema operativo GNU/Linux è disponibile, nelle varie versioni, dal palmare, ai sistemi a 32 bit, fino al mainframe IBM S/390) e software (la gran parte del software FLOSS è in grado di operare sui più diffusi sistemi operativi).
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